L’INPS ha annunciato le date dei pagamenti di marzo per chi beneficia dell’Assegno di Inclusione, ma ci sono stati anche tanti controlli e molte pratiche sono bloccate.
L’ADI (Assegno di Inclusione) è la misura di sostegno economico per i nuclei familiari in difficoltà economiche e ha definitivamente sostituito l’ex Reddito di Cittadinanza. Le modalità però di accettazione delle pratiche, di sospensione e di cancellazione sono molto simili perché se l’Istituto di previdenza si accorge di qualche errore/omissione blocca i pagamenti.
A Marzo, dunque, molte famiglie potrebbero aspettare invano di ricevere la ricarica sulla PostePay, che di solito avviene entro l’ultimo giorno del mese; inoltre essendoci le festività di Pasqua i pagamenti potrebbero slittare ulteriormente. Ma vediamo a chi è stato bloccato l’assegno e soprattutto come a fare a rimediare al problema.
Ecco perché a marzo molti non riceveranno l’Assegno di Inclusione, e cosa fare se succede
L’INPS ha recentemente pubblicato uno dei suoi messaggi, e più precisamente con la comunicazione n. 1090 del 14 marzo ha illustrato che in alcuni casi l’ADI è stato sospeso.
Molti nuclei familiari che hanno ricevuto l’accettazione della domanda, infatti, potrebbero aver poi commesso alcuni errori. In primis ricordiamo infatti che ai fini dell’erogazione dell’Adi è sempre necessaria, da parte di tutti i richiedenti, l’iscrizione alla piattaforma SIISL e la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale. Chi non ha provveduto vedrà sospendere l’assegno, per poi ricevere il blocco definitivo se non si mette in regola.
Non dimentichiamo, poi, che col nuovo ISEE 2024, alcuni nuclei familiari potrebbero aver perso il diritto all’Assegno di Inclusione, a causa di vari tipi di requisiti che possono aver cambiato la situazione reddituale. Oppure al cambiamento della composizione del nucleo familiare stesso, magari perché un figlio si è trasferito e/o ha trovato un lavoro.
In caso di dubbi circa il nuovo ISEE, che varrà fino al 31 dicembre 2024, chi si è visto bloccare l’Assegno dovrà rivolgersi al Caf o al patronato, per tentare di inviare la documentazione corretta o di redigere se necessario un ISEE corrente. In alternativa, è consigliabile anche controllare di aver effettuato regolarmente l’iscrizione alla piattaforma SIISL e/o il patto di lavoro.
Può anche capitare che sia stato l’Istituto di Previdenza a commettere degli errori, e i questo caso non rimane che contattare direttamente l’INPS, tramite il proprio profilo sul sito oppure chiamando il numero verde. Non appena l’INPS avrà controllato le pratiche e avrà verificato l’idoneità dei richiedenti a ricevere l’Assegno, ricomincerà a erogarlo, restituendo anche gli arretrati.