Il Governo è al lavoro per la riforma delle pensioni del 2025. Si pensa a Quota 104 ma la misura potrebbe essere penalizzante. Perché?
L’Esecutivo è alla ricerca di risorse economiche da destinare alla prossima Riforma delle pensioni, attesa da tutti i contribuenti. Se non riuscirà a trovare i fondi necessari, la manovra potrebbe slittare al 2026 e questo scenario preoccupa molti lavoratori, soprattutto quelli penalizzati dalle novità introdotte dall’ultima Legge di Bilancio ai requisiti per la pensione anticipata.
Uno degli obiettivi del Governo guidato da Giorgia Meloni è il superamento di Quota 103, accessibile con 62 anni di età e 41 di contribuzione, con un nuovo sistema di pensionamento a 63 anni. Se, da un lato la notizia potrebbe sembrare entusiasmante perché consentirebbe ad alcuni contribuenti di smettere di lavorare prima dei 67 anni di età, in realtà cela una serie di problematiche.
È il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ad aver comunicato le difficoltà nel trovare un sistema efficace per superare i requisiti imposti dalla Legge Fornero, nonostante la volontà della Premier di giungere a una riforma strutturale entro la fine della Legislatura. Quali sono le idee per superare l’attuale Quota 103? Scopriamolo.
La Legge di Bilancio 2024 ha modificato i requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso ad alcuni strumenti di flessibilità in uscita, come Opzione Donna e Ape Sociale.
Con la prossima Manovra finanziaria si pensa, innanzitutto, a come trovare i fondi per confermare le seguenti misure:
In relazione a Quota 103, in realtà, potrebbero esserci delle modifiche, con conseguenze negative per i contribuenti. Attualmente, i lavoratori possono usufruire del pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 anni di contributi, con il ricalcolo contributivo dell’assegno spettante.
Da un lato, si pensa di prorogare la misura per un ulteriore anno e attendere la possibile riforma delle pensioni nel 2026, mentre dall’altro si sta lavorando alla sostituzione con Quota 104, con 63 anni di età e 41 i contributi. Un peggioramento, dunque, che comporterebbe la perdita della possibilità di andare in pensione nel 2025 a coloro che sono nati nel 1963.
È ancora presto per sapere se la modifica verrà attuata ma è quasi impossibile che i requisiti di accesso alla pensione anticipata verranno ridotti.
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