Rivoluzione in atto per il pagamento della pensione, l’INPS infatti ha determinato sconti per tutti, sia per l’età che per i contributi.
Il problema pensionistico in Italia è legato prevalentemente a due fattori, da un lato l’età che sembra scivolare sempre più lontano e le cui prospettive, essendo legata di fatto alle previsioni sociologiche e le stime di vita dei residenti, non sono rosee e dall’altro al fattore contributi che per molti lavoratori che iniziano decisamente tardi a versarli vuol dire non uscire dal mercato del lavoro certamente presto.
Questi due valori sono importanti perché rappresentano proprio quelli su cui l’INPS ha deciso di agire, andando quindi a supportare la cittadinanza con degli “sconti” che sono fondamentali perché di fatto agevolano il prepensionamento senza perdite in termini economici.
La pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni e 20 anni di contributi, questa è la normativa standard ma ci sono poi varie opzioni. Ogni anno il Governo dispone delle agevolazioni come Ape Sociale, Quota 103 e simili che aiutano a ridurre l’uno o l’altro carico e quindi permettono agli anziani di andare in pensione anticipatamente pur non avendo effettivamente raggiunto gli elementi standard. Altra questione riguarda agevolazioni mirate, ad esempio la normativa prevede uno sconto di 5 mesi sull’età per chi ha svolto lavori usuranti per almeno 7 anni. Questo vale per chi svolge mansioni usuranti, lavori notturni, conduce veicoli o lavori a catena.
Con la Delega Amato c’è uno sconto contributivo fondamentale perché si parla di andare in pensione con 5 anni in meno di contributi che non sono affatto pochi. Coloro che hanno maturato 15 anni di contributi possono, se dipendenti, uscire prima dal mercato del lavoro in accordo con l’azienda che quindi facilita in questo modo l’ingresso di nuovi lavoratori. Per i disabili all’80% invece il pensionamento è anticipato a 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne, resta invece il requisito contributivo.
Per lo scontro contributi, coloro che hanno un’invalidità di almeno il 74% possono avvalersi di un riconoscimento che permette di beneficiare per ogni anno di lavoro svolto di 2 mesi di contribuzione figurativa (quindi non effettiva ai fini dell’importo ma solo per il pensionamento anticipato). Le donne possono andare in pensione a 64 anni di età e 20 di contributi con un dettaglio particolare, un importo di 2.8 volte il valore dell’assegno sociale se hanno 1 figlio, 2.6 volte il valore dell’assegno sociale se ne hanno due. Hanno inoltre una riduzione dell’età anagrafica di 4 mesi per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 12.
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