Sta arrivando un nuovo aumento dello stipendio per i dipendenti comunali, ma c’è una condizione da tenere a mente. Ecco quale.
Un problema che l’Italia fatica a ridurre è quello delle dimissioni dei dipendenti comunali. Negli ultimi otto anni abbiamo visto una riduzione di quasi 64.000 dipendenti, la maggior parte dei quali hanno lasciato il lavoro volontariamente in cerca di retribuzioni migliori provenienti da altri posti nell’amministrazione pubblica.
Al fine di arginare il problema, il Ministero dell’Economia sta mettendo in piedi una nuova direttiva. Questa è ancora in bozza, ma è previsto un aumento notevole per i dipendenti comunali.
La decisione deriva dal fatto che, al momento, i Comuni sono le amministrazioni con gli stipendi più bassi nel pubblico impiego. Secondo i dati del Conto annuale del Tesoro i dipendenti degli enti locali guadagnano in media 30.214 euro lordi all’anno. In confronto chi lavora nei ministeri guadagna circa 33.000 euro all’anno, che salgono a 34.000 per gli impiegati dell’INPS e 38.000 per gli agenti fiscali.
Per far fronte a questa situazione, la nuova direttiva ha intenzione di includere un premio fedeltà per il rinnovo degli Enti locali. Si tratta quindi di un bonus per chi decide di restare a lavorare nello stesso Comune. Il documento ha un capitolo dedicato interamente al rilancio dell’attrattività degli enti, riconoscendo che ogni anno il personale viene ridotto di circa 10.000 unità. Questo problema è reso ancora più evidente dal fatto che il settore privato non sembra avere problemi di “fughe” come quelli che vediamo nel settore pubblico.
Il differenziale stipendiale previsto sarebbe pari a 1.600 euro all’anno in più. Da ricordare, però, che si tratta di una misura ancora non decisa in maniera definitiva. L’esistenza delle fughe dagli Enti locali è un problema confermato, ma la decisione finale su come affrontare il problema non è ancora stata presa. Quella dei 1.600 euro è una proposta, per cui bisognerebbe trovare risorse provenienti dagli stanziamenti del governo.
Un approccio alternativo proposto è quello relativo al welfare aziendale, assegnando ai dipendenti benefici simili a quelli che si trovano nel settore privato. L’atto di indirizzo dedicato ai cambiamenti in arrivo ha già 982 milioni stanziati a carico dei Comuni, quindi resta solo da decidere il metodo migliore per risolvere la situazione e porre fine alla fuga dei dipendenti comunali.
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