Nel panorama delle notizie che alimentano il dibattito pubblico, una decisione recente ha destato notevole discussione: il divieto di una specifica razza di cani, giustificato dalla presunta pericolosità per la salute pubblica.
I media riportano periodicamente episodi di aggressioni canine, talvolta con esiti fatali, perpetrati da esemplari particolarmente aggressivi nei confronti di passanti o addirittura dei loro stessi proprietari. Sebbene tali incidenti non siano all’ordine del giorno, essi suscitano sempre un acceso dibattito sull’eventuale pericolosità di alcune razze canine.
E’ notizia di poco tempo fa l’aggressione di un runner da parte di alcuni cani Rottweiler, culminata con il tragico evento mortale dell’aggredito. La notizia ha avuto una cassa di risonanza enorme ed ha lasciato un’intera comunità completamente sconvolta.
La questione dell’aggressività canina è, tuttavia, ancora aperta all’interpretazione, senza che vi siano conclusioni definitive da parte della comunità scientifica. Di conseguenza, permane l’incertezza sulle strategie più adeguate per contenere tali episodi drammatici. Mancando un quadro normativo uniforme in Europa, ciascun Paese agisce in modo autonomo, come dimostra la situazione italiana, dove la mancanza di una norma specifica ha innescato un acceso dibattito in seguito a recenti tragici eventi.
Una svolta significativa è stata registrata di recente nel Regno Unito, dove una razza particolarmente vigorosa e peculiare, l’American XL Bully, è stata messa al bando dal prossimo anno. Tale decisione ha generato una corsa all’abbandono di questi cani, con molte offerte su internet che li propongono praticamente regalati dagli allevatori. Gli abbandoni, a loro volta, aumentano il rischio di randagismo e di soppressioni incontrollate, metteno in luce la problematica gestione di questa razza nel passato britannico, caratterizzata da allevamenti improvvisati e vendite online poco regolamentate.
Le normative locali, che permettevano la vendita di tre cucciolate all’anno senza particolari permessi, evidenziano un altro aspetto cruciale: la carenza di preparazione degli allevatori e dei proprietari, spinti da facili guadagni e privi di interesse per il benessere degli animali. La mancanza di regole precise sull’allevamento di questa e di altre razze canine emerge come un aspetto critico della vicenda.
L’aggressività dei cani, sottolineano le associazioni animaliste, spesso dipende dall’addestramento e dall’ambiente in cui l’animale vive. Pertanto, i comportamenti aggressivi sono il risultato di una gestione irresponsabile da parte di proprietari e allevatori, incapaci di educare adeguatamente razze potenzialmente pericolose.
Secondo gli animalisti, vietare una specifica razza non rappresenta la soluzione definitiva al problema, poiché allevatori e proprietari irresponsabili potrebbero semplicemente spostarsi su altre razze, riproponendo gli stessi rischi. La necessità di un maggior controllo sugli allevamenti, sulle vendite improvvisate e di maggiori responsabilità per i proprietari emerge come un punto chiave per affrontare in modo efficace la questione della pericolosità canina.
L’American XL Bully è una razza canina relativamente nuova, derivante da una selezione mirata e incroci tra diverse razze, con l’obiettivo di ottenere cani dall’aspetto massiccio e robusto, ma con un temperamento equilibrato. Questa razza è considerata una variante dell’American Bully, che a sua volta è derivato dall’American Pit Bull Terrier.
L’American XL Bully è noto per la sua taglia imponente e la muscolatura sviluppata. Ha una testa massiccia, orecchie a forma di semi-retta e occhi rotondi. Il collo è spesso corto e muscoloso, e la coda è generalmente portata bassa. La razza presenta una struttura compatta, le zampe sono robuste e muscolose.
Se adeguatamente addestrato e fatto socializzare fin da giovane, l’American XL Bully ha un temperamento equilibrato, è generalmente affettuoso, fedele e desideroso di interagire con tutta la famiglia, compresi i bambini. Questa razza è nota per essere relativamente facile da addestrare.
Come con qualsiasi razza canina, è essenziale sottolineare che il comportamento di un individuo dipende in gran parte dall’ambiente in cui è cresciuto, dall’addestramento ricevuto e dalla gestione responsabile da parte dei proprietari. La comprensione delle caratteristiche specifiche della razza può aiutare i proprietari a fornire il giusto ambiente e addestramento per garantire che l’American XL Bully cresca come un membro sano e ben equilibrato della famiglia.
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